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12 Agosto 2018 - Nonostante l'ora, Marco è già in piedi per preparare la colazione. Il gestore del B&B mi ha voluto fare la cortesia di alzarsi presto per preparare la colazione. Anche oggi sono stato particolarmente fortunato. Davanti alla tavola imbandita viene spontaneo perdersi in chiacchiere: ho la sensazione che oggi la partenza sarà in ritardo rispetto al solito, ma non sono troppo preoccupato. La tappa non dovrebbe presentare difficoltà, i dislivelli sono praticamente inesistenti e poi c'è un bel sole. Penso proprio che me la prenderò comoda per bilanciare gli sforzi di ieri.
Dopo aver tirato per le lunghe con la colazione, mi decido a mettere lo zaino in spalla e ad uscire di casa. Il paese di Bojano è già sveglio. Lo attraverso tutto per riprendere la mia rotta. Poco fuori il paese incrocio le sorgenti del fiume Biferno e mi torna in mente lo scorso anno quando lo avevo attraversato nel cammino da Castel di Sangro a Lucera: nonostante fosse un anno di siccità, aveva comunque una bella portata. Immagino che quest'anno più a valle abbia una portata ben maggiore.
Continuo ancora per un po' sull'asfalto, poi imbocco una carrareccia e, finalmente, il tratturo, largo come lo si vede raramente. Nel tratto iniziale i 111 metri di larghezza ci sono tutti e fa impressione. Poi la larghezza si riduce a 55 metri... e fa ancora impressione! E' tanto grande che una aviosuperficie realizzatavi sopra arriva a coprirlo solo in parte.
Il tratto odierno del tratturo è stato oggetto di opere di valorizzazione intorno al 2000. A distanze regolari sono stati realizzati dei punti di sosta coperti, molti dei quali possiedono anche una fontanella per fare rifornimento idrico. Dal 2000 ad oggi non devono aver avuto alcuna manutenzione ma, tutto sommato, sono in buone condizioni: una volta tanto il lavoro è stato fatto per bene e ha resistito agli anni e ai vandalismi. Sì vandalismi, perché evidentemente c'è chi proprio non può fare a meno di danneggiare senza ragione i beni pubblici. Comunque, come dicevo, le strutture sono solide per cui i lavori da fare non sarebbero molti: più che altro si avverte il bisogno di un po' di pulizia, perché attorno ai gazebo c'è veramente di tutto.
Verso l'ora di pranzo sono nel posto che desideravo di raggiungere fin dall'inizio del cammino: Saepimun, l'antica città romana esattamente posta lungo l'asse del tratturo. Entro dalla porta Bovinarum (Porta Bojano) e lo scorcio sul decumano è spettacolare: in rapida sequenza si incontano il macellum, la basilica, Il foro. La cosa che però resta maggiormente impressa nel ricordo è il teatro. La cavea bassa è completamente circondata da abitazioni rurali di epoca medioevale, realizzate sfruttando le strutture della cavea alta. Nonostante il fatto che la natura del posto sia stata alterata dalle presenza delle case, devo dire che il teatro, anche nella sua forma attuale, possiede un suo fascino particolare: guardate le foto per giudicare. Mentre mi appresto a lasciare i resti della splendida città, sento qualcuno del luogo che si lamenta per lo stato di manutenzione del sito. Mi guardo attorno stupito: molto di rado mi è capitato di visitare dei siti archeologici così ben tenuti.
Ricordo poco del resto del cammino, che prosegue senza intoppi fino a destinazione: devo aver passato tutto il tempo a ripensare a ciò che avevo visto.
Il B&B in cui alloggio è fuori del paese di Sepino (quello moderno). E' un antico casolare con una lunga storia alle spalle, che Antonio e Carmencita hanno ristrutturato per adibirlo a propria abitazione. E' un bell'esempio di ripristino conservativo e... beh, è da vedere! A sera Antonio mi scarrozza in auto fino in paese per la cena e, nel frattempo, mi racconta la storia dei luoghi circostanti. E' una fonte infinita di notizie e lo resto ad ascoltare con piacere: è raro incontrare persone con tanto attaccamento ai proprio territorio.
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