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8 Agosto 2018 - Il sole del secondo giorno mette subito di buon umore. Anche per la tappa odierna ho preparato due alternative, nessuna delle due passante per il tratturo. Per quale ragione? Semplicemente perché il tratturo correva lungo il fondovalle, costeggiando il fiume Sangro esattamente nel posto ove ora sorge il Lago di Barrea. L'enorme lago di origine artificiale è stato inaugurato nel 1957, quando ormai la transumanza era caduta in disuso. Delle due traccie che ho preparato, una costeggia il lago su una comoda carrareccia, l'altra si mantiene in quota seguendo il Sentiero Italia (SI).
Preferisco il sentiero in alto per poter ammirare il panorama. Alcuni piccoli smottamenti iniziali mi fanno temere il peggio, ma appena arrivato in quota il sentiero si allarga e corre veloce tra gli alberi. La camminata si trasforma presto in una piacevole passeggiata. Nonostante la buonora c'è già qualcuno in giro. Ogni volta che gli alberi consentono di sbirciare verso il lago, gli scorci che si propongono sono da sogno. Sono contento della scelta fatta.
Alcune frane hanno rovinato la parte conclusiva del sentiero, ma gli operatori dell'ente parco sono già all'opera per ripristinarne la sede: magari fosse sempre così!
Al termine del sentiero ecco di nuovo comparire la SS83. Il tratturo passava di qui, sotto il valico del Colle della Croce. Se lo seguissi, ovvero se seguissi la strada, sarei in breve ad Alfedena, ma non ho voglia di asfalto. E' vero che sono annunciate piogge, ma al momento non c'è una sola nuvola in cielo per cui scendo verso Barrea per prendere il sentiero K1 del CAI che ho visto sulle mappe escursionistiche del Parco Nazionale d'Abruzzo. Le mappe del mio GPS non lo riportano, per cui spero che sia ben segnato.
Anche questa scelta si rivela fortunata. Il percorso è bellissimo, in mezzo ad un dedalo di muretti a secco. Per fortuna le indicazioni sono chiare perché altrimenti sarebbe facile perdersi. Un tempo tutta la zona doveva essere intensamente sfruttata per attività umane, ma oramai mi trovo nel regno delle piante. Il cammino è un continuo alternarsi tra segmenti a cielo aperto e veri e propri tunnel tra le piante.
Mentre sto congratulandomi con me stesso, un groviglio di piante verso cui puntano le indicazioni mi blocca il passo: ci vorrebbe una motosega! Impiego un po' per trovare un passaggio alternativo, ma alla fine l'ostacolo è aggirato.
Il bosco lascia spazio ad un ampio pianoro al centro del quale si trova un antico abbeveratoio. Una incisione sulla fronte riporta la data della sua realizzazione: 1906! Le impronte di zoccoli tutto attorno indicano che è ancora utilizzato dal bestiame.
Riprendo fiato per qualche minuto prima di rimettermi in marcia. Oramai manca solo la discesa finale fino al paese, il grosso è fatto. E, invece, mi trovo di nuovo nei pasticci. Il sentiero che da satellite appare ben visibile, è diventato un groviglio inestricabile di rovi. Perdo molto tempo cercando una alternativa e le nuvole cominciano a comparire in cielo. Quando sto per arrendermi e iniziare una lunga deviazione che mi riporterà sulla SS83, scorgo traccie di animali che entrano nella boscaglia. Provo a seguirle e sono fortunato: dopo un po' le traccie si ricongiungono con il sentiero che conduce al Valico Aia della Forca e da lì intravedo Alfedena.
La discesa non è delle più semplici perché il fondo è dissestato e la segnaletica del CAI è scarsa e sbiadita: è passato molto tempo dall'ultima volta che è stata rinfrescata. Ho oramai lasciato il Parco Nazionale d'Abruzzo e la manutenzione del sentiero probabilmente ne risente. La tentazione è quella di seguire i pali elettrici, ma è meglio fare uno sforzo per rimanere sul sentiero "segnato".
La lunga discesa termina nella SS83, fortunatamente nel punto in cui questa abbandona il tracciato del tratturo per scendere zigzagando verso Alfedena. Io ovviamente seguo il tratturo: almeno un breve tratto l'avrò percorso e poi voglio continuare ad evitare l'asfalto! Poco prima del paese trovo alcune stazioni di una vecchia Via Crucis e le indicazioni per l'acropoli di Aufidena. Vorrei andare a vedere di cosa si tratta, ma le nuvole annunciate sono alla fine arrivate, per cui accelero per raggiungere il B&B.
Vittorio è lì ad attendermi con una agognata bottiglia di acqua fresca. Il tempo di raggiungere la camera da letto e comincia a piovere: questa volta me la sono cavata. Più tardi il giro del paese si svolgerà in una continua alternanza di scrosci di pioggia.
In chiusura di giornata mi ritrovo con Vittorio e un altro ospite del B&B. Quattro chiacchiere accompagnate da un bicchierino di liquore cancellano la stanchezza del cammino. Vado a letto contento per come è cominciata questa nuova avventura.
Traccia del giorno