Clck per allargare |
22 Maggio 2019 - ore 11:00 - Neanche il tempo di scendere dal treno e... hop! in sella! Le bici ci sembrano delle astronavi, anche se devo ammettere l'assetto è decisamente buono nonostante non lo avessimo provato prima.
Attraversiamo Sulmona in tutta la sua lunghezza passando per il corso principale, dove è giorno di mercato. La piazza, ove si scorgono gli antichi archi dell'acquedotto medievale, è gremita di bancarelle. Il tempo è soleggiato. Il ritmo è quello giusto.
Decidiamo di percorrere una via che ci porti a Castel di Sangro puntando le nostre ruote in direzione di Campo di Giove, per una prima tappa; da subito il navigatore ci dirige verso una carrareccia bellissima, in aperta campagna. Il profumo dell'erba e la vista dei campi con all'orizzonte le montagne innevate ci sollevano il morale, siamo davvero felici! Anche il manto del tratturo è decisamente in buone condizioni però, solo dopo un paio di km, finisce per ricongiungersi alla nostra sinistra alla strada SR 487.
Salita... eccola qui la “salita”... croce e delizia d'ogni ciclista; devo dire che sale morbida e costante. Siamo su strada asfaltata, ma il traffico è decisamente scarso per cui chiacchieriamo allegramente e rigorosamente in fila indiana. Andrea è davanti e tiene il ritmo. Gli ricordo, qualche volta, che non sono forte come lui, quindi... vai piano!
Dopo 12 km incrociamo il paesino di Cansano. Qualche foto davanti alla cartellonistica, così, per iniziare a immortalare le tappe del nostro andare, ma non è tempo di sosta: abbiamo deciso che la prima sarà a Campo di Giove, dove mangeremo qualcosa... Un sorso o due alla borraccia e giù a pestare nuovamente sui pedali... salita... sempre salita.
“Campo di Giove”, ci siamo... Il contachilometri segna 19 km ed il mio altimetro segna quasi 1000 slm. E' tempo di una sosta, anche perché è ora di pranzo ed abbiamo un po' fame.
Ci fermiamo all'entrata dell'abitato, vicino un baretto dove Andrea va a comprare delle bevande (servono zuccheri e carboidrati). Poggiamo le nostre pesanti bici ad un muretto e dalla sacca, che amorevolmente la Stefy ci ha preparato, facciamo fuoriuscire quelle che in abruzzese si definiscono “stozze di pane”, ripiene di un fantastico prosciutto crudo nostrano con del pecorino, che sulla Coca ghiacciata sta da meravigliosamente... che dire... attimi di felicità.
Che strano... la mia prima volta in Abruzzo venni a stare proprio a Campo di Giove. Rimasi qualche giorno, ma in questo momento non riconosco nessun luogo: sarà perché sono passati solamente 27 anni?
Riprendiamo a pedalare. Superato l'abitato di Campo di Giove, ci dirigiamo verso la strada che porta al valico della forchetta. Ovviamente, ahimè... sempre in salita.
Non si molla... su! su! ritmo... Costeggiamo, lungo la strada, una linea ferroviaria in disuso, tant'è che siamo attratti da una piccola stazione abbandonata. "Che facciamo??"... "dai andiamo a dare un'occhiata!".
Dal bordo della strada scende un viottolo troppo scosceso per il peso delle nostre bici... si va a pedi.
La stazione è in stato di abbandono con un bel cartello “pericolo crolli” al quale, incuranti, appoggiamo le bici. Il panorama è davvero suggestivo, anche perché in prossimità vi è una galleria così da farla diventare un set incredibile per foto e video.
Perdiamo del tempo divertendoci un po', in fondo è questo il bello d'avere tempo da perdere; ripresa la strada festeggiamo il trentesimo chilometro. Il passo della forchetta è vicino, idealmente uno spartiacque che ci farà superare la vallata. Ed eccolo: si svalicaaaa! Che bello finalmente... discesaaaaa!
Ci fermiamo un attimo per mettere delle giacche a vento, così da non prendere freddo dopo la sudata. La discesa è progressiva, per poi terminare, dopo qualche su e giù, in una grande piana. Che dire... un panorama mozzafiato.
Siamo sull'altopiano delle cinquemiglia. Alla nostra destra si vede un tratturo, che ci segue quasi come un serpente. Vorremmo percorrerlo, ma non riusciamo a trovare un imbocco dalla carreggiata. Valutiamo anche le difficoltà cui andremo incontro nel procedere più lentamente, anche perché in lontananza le nubi minacciano pioggia e quindi dobbiamo fare presto.
Decidiamo così, di percorrerne (del tratturo) un pezzettino, fino ad un abbeveratoio pastorale, per poi rimetterci in strada. Non vorrei sbagliarmi, ma probabilmente è un tratto del tratturo "Celano - Foggia”.
Passato Pescocostanzo ed il bivio per Rivisondoli, su un lungo rettilineo che porta alla SS 17 incrociamo alla nostra sinistra una pista ciclabile. La infiliamo subito, anche perché è in direzione Roccaraso. Superato l’abitato, purtroppo, il navigatore mi fa svoltare sulla SS 17. Pessima scelta... la strada è in discesa, però molto trafficata con qualche passaggio in preoccupante galleria. Ed eccoci all'arrivo... “Castel di Sangro”.
Il nostro b&b è vicino al centro, lo abbiamo prenotato prima di partire. Il proprietario ci ha mandato sul telefonino un link che Andrea fa scorre con le sue dita ed ecco... “Apriti Sesamo”... si apre la porta d'ingresso... miii poteri della domotica, Ah! Ah! Ah! L'appartamento ha anche lo scantinato, dove riporre le bici al chiuso. Una super doccia e poi via… a visitare la città ed a gustarci una buonissima cena a base di carne.
Traccia del giorno