Da Guglionesi a San Martino in Pensilis

5 - Da Guglionesi a San Martino in Pensilis

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Potrei accorciare il percorso di oggi tagliando su strada, ma il ricordo di ieri è ancora troppo vivo. Decido quindi di rifare a ritroso gli ultimi chilometri di asfalto per riprendere il tratturo da dove l’ho lasciato.

Con i colori dell’alba lo spettacolo è ancora più suggestivo. In lontananza si vede già San Martino in Pensilis, il paese di arrivo di oggi: sembra a portata di mano.

Il tratturo scende dolcemente fino al Biferno (sì, ancora lui!), che attraverso senza problemi su un ponte. La strada è normalmente piuttosto trafficata, ma a quell’ora non passa nessuno.

Come mi aveva ricordato Antonio, ora devo passare il Cigno. Facile a dirsi… I percorsi alternativi che avevo preparato si rivelano impraticabili. Giro a lungo alla ricerca di un passaggio finché ne trovo uno che mi porta verso una ferrovia.

Prima di attraversarla osservo bene binari e segnaletica: sono nuovi, appena posati, senza un filo d’erba sulla massicciata. Eppure le rotaie sono arrugginite. Nessun treno passa di qui: posso attraversare in tranquillità. Scoprirò poi che si tratta di un tratto dismesso… ma allora perché la manutenzione? Mistero.

Per sicurezza, sconsiglio di seguire questo stesso mio percorso: meglio usare quello che propongo nella galleria tracce. Se poi si vuole evitare del tutto l’attraversamento dei binari (nel caso un giorno riattivassero la linea), basta proseguire un po’ lungo la SS87 per trovare un sottopasso ferroviario, con un allungamento di meno di un chilometro.

Oltre la ferrovia il tratturo ricomincia. Non resta che seguirlo fino al punto in cui lo devo lasciare per salire verso San Martino in Pensilis. Come al solito, gli ultimi chilometri sono asfaltati e in salita.

Nel tardo pomeriggio mi siedo su una panchina e prendo il telefono per capire se Antonio verrà davvero fin qui. Rialzo la testa e lo trovo seduto accanto a me: comincio a pensare che sia una specie di spirito del luogo.

Parliamo a lungo. Scopro che ha avuto una vita piena di esperienze: camionista, muratore, metalmeccanico. Poi, più tardi, ha scoperto una vena artistica e oggi si dedica con passione a murales realizzati insieme al figlio, a scolpire la pietra, a dipingere. Ma soprattutto trasmette un amore autentico per la sua terra, che vorrebbe veder maggiormente valorizzata.

Mi racconta delle tradizioni locali. La “Carrese di San Pardo” di Larino, per esempio: una sfilata di carri familiari addobbati con fiori di carta preparati in mesi, talvolta in un anno intero di lavoro. Chi non può costruire il proprio carro si rivolge ad artigiani, spendendo cifre notevoli. È una festa che rafforza la comunità e attira molti turisti.

Mi parla poi della corsa dei carri trainati da buoi che si tiene ogni 30 Aprile a San Martino in Pensilis. Tre carri, accompagnati da uomini a cavallo, si sfidano lungo le campagne per arrivare fin qui, sotto l’arco del paese vecchio. L’arrivo, ovviamente, è in salita, con gli animali sfiniti dopo la lunga corsa.

Prima di congedarsi mi suggerisce un taglio per la tappa di domani. Lo ringrazio, ma ribadisco che voglio seguire il più possibile il tratturo: voglio vederlo, capire in che stato si trova.

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