Clck per allargare |
Se il buongiorno si vede dal mattino... Il percorso è immediatamente sbarrato da una recinzione elettrificata. Al di là c'è uno dei soliti cartelli che indicano il Tratturo... e dei pastori abruzzesi... nel senso di cani. Meglio lasciar perdere e proseguire per qualche centinaio di metri sulla strada che corre parallela.
Poco più avanti è possibile riprendere il Tratturo. Una carrareccia molto battuta lo percorre interamente. Percorrerlo è un piacere e si riesce ad immaginare come doveva essere quando era percorso dalle greggi.
Dalla carrareccia partono diversi altri sentieri secondari e dopo un po' si incontra la Fonte Palumbo, il rifacimento di una antica fonte oramai essiccatasi.
Dopo meno di un chilometro dalla fonte bisogna prestare attenzione perché il sentiero battuto abbandona il Tratturo, il cui imbocco è pressoché nascosto dall'erba alta. Il bivio, evidenziato anche nelle tracce GPS di questa pagina, coincide con uno slargo: il sentiero principale prosegue ben visibile a destra, mentre il tratturo è a sinistra tra l'erba alta. All'imbocco è anche presente un ponticello in legno che scavalca un piccolo torrente: se lo trovate siete sulla strada giusta.
Da qui in poi cominciano i problemi seri. Erba alta e rovi rendono veramente difficile proseguire. Forse in primavera è possibile passare più facilmente, ma d'estate è quasi impossibile. Le foto rendono bene quale sia lo stato di abbandono del sentiero. I cartelli semi-sommesi dalla vegetazione indicano però che la strada è giusta.
Un primo tratto deve essere stato ripulito uno o due anni addietro per una corsa di mountain bike e, quindi, è in discreto stato. Poi... muro di vegetazione. Il tratto da percorrere per raggiungere la strada che va verso Vastogirardi non è lunghissimo (circa1,5 km), ma in quelle condizioni sembra non finire mai.
Attraversata la strada, il Tratturo riprende. La vegetazione più rada facilita l'avanzamento, ma non di tanto. Il Tratturo è infatti scarsamente visibile a causa di alcune piccole frane che ne hanno attraversato il percorso e che rendono faticoso proseguire: bisogna fidarsi delle tracce sul GPS e di alcuni sporadici cartelli.
Arrivati all'altezza della Masseria Monte Pizzi mi fermo per chiedere delucidazioni e vengo accolto in modo commovente: oltre le informazioni mi viene dato da bere, mi viene fornita una cartina ma, soprattutto, vengo accolto con un gran calore umano. Grazie di tutto!
Ripreso il cammino (se non mi avessero detto dove cercare tra la vegetazione non avrei mai trovato l'imbocco) ricomincia la fatica. per fortuna niente rovi, ma l'erba alta è comunque un ostacolo difficile da superare. Ancora una volta bisogna fidarsi del GPS perché i cartelli sono troppo radi e il sentiero non si vede.
Alla fine si raggiunge il fiume Trigno in località Ponte S. Mauro sull SS86. Qui il tratturo prosegue... sotto l'asfalto della Strada Provinciale S. Mauro. Appena imboccata la strada è possibile trovare sulla sinistra l'Agriturismo S. Mauro per una eventuale sosta.
Una nota di colore: tutta la strada è disseminata di cartelli con la scritta Tratturo. Ve ne sono, a poche centinaia di metri l'uno dall'altro, una quantità assurda da entrambi i lati della strada: che senso hanno? Perchè spendere tanti soldi in un punto in cui non è assolutamente possibile perdersi?
Terminato l'asfalto ricominciano i dolori: ancora erba alta e rovi, segnaletica quasi inesistente... poi l'epilogo. Una barriera di rovi larga forse una decina di metri non è assolutamente aggirabile. Perdo molto tempo senza riuscire a trovare un varco. Per colmo d'ironia, nel mezzo del muro di rovi fà bella mostra di sé un cartello con la segnaletica del Tratturo: la strada è giusta ma questa volta non si passa. Non resta che voltarsi indietro e risalire la collina.
Si è fatto tardi e non è più possibile finire il giro a piedi: per raggiungere l'albergo sono costretto a chiedere un passaggio.
Il passatempo della serata consisterà nel togliersi le spine di dosso e dagli indumenti!