Clck per allargare |
01/08/2024 - Percorrenza giornaliera: 18 km - Percorrenza totale: 215 km
Usciamo che è ancora buio, e Silvia e Paolo ci aspettano già in strada. Silvia, con un bel gesto, ci accoglie con caffè caldi: che pensiero premuroso!
Iniziamo una lunga discesa verso l'alveo del Torrente Moro, prima su asfalto e poi su una strada sterrata. Poco più avanti, un branco di cinghiali, con i loro piccoli al seguito, ci attraversa improvvisamente il cammino. La situazione potrebbe essere pericolosa, ma fortunatamente proseguono senza degnarci di uno sguardo. È andata bene.
Non molto dopo, però, incontriamo le prime vere difficoltà. La discesa prevista si snoda lungo il percorso di un metanodotto che, dalle immagini satellitari, sembrava pulito. In realtà, è invaso dalla vegetazione, rendendo il nostro avanzare faticoso. È la prima volta che mi capita di trovare una strada di servizio del metanodotto così mal tenuta, ma decidiamo comunque di proseguire fino a quando, alla nostra sinistra, notiamo un vigneto. Decidiamo di deviare e tentare una nuova via. La sterrata che imbocchiamo è pulitissima e si dirige verso il torrente. Più ci avviciniamo, però, più il passaggio sull’altro versante sembra ostacolato dalla fitta vegetazione. Sono attimi di panico! Ma, con grande sollievo, al termine della discesa troviamo dei paletti di cemento che permettono di attraversare il torrente. Dall’altro lato, il passaggio è sgombro.
Rinfrancati, risaliamo il fianco della collina fino a raggiungere la strada asfaltata. Siamo finalmente sul tratturo. Procediamo a passo deciso lungo una leggera salita che ci porta fino a Orsogna. C’è un bar, e quindi… sosta! Silvia borbotta, ma sono certo che anche lei apprezza il momento di riposo.
Ripartiamo e siamo così immersi nelle nostre chiacchiere che passiamo accanto a una bellissima torre tratturale senza nemmeno accorgercene. Me ne rendo conto solo ora, mentre scrivo il diario. Peccato, era davvero notevole. Una cosa che però noto è che hanno fatto di nuovo la comparsa gli stickers del "Cammino della pace". Il mistero si infittisce.
Iniziano a comparire le prime indicazioni del Cammino di San Tommaso, che continueremo a incrociare per i prossimi giorni. Come già osservato, molti dei cammini del sud seguono i vecchi tratturi.
Siamo ormai vicini a Filetto, dove un cartello all'ingresso del paese annuncia: "Capitale d'Abruzzo del peperoncino piccante". Vorrei fermarmi, magari per comprare del peperoncino, ma Silvia ci frena, temendo una nuova sosta. Pazienza!
Proseguiamo su strada quasi fino a San Martino sulla Marrucina. L'ultimo tratto è una sterrata con una ripida discesa seguita da una salita altrettanto intensa, che ci porta all’ingresso del paese.
Siamo esausti, sia per il caldo che per il dislivello affrontati. Cerchiamo disperatamente un bar, ma l’unico è al centro del paese… proprio dove alloggeremo!
Appena arrivati, il gestore mi osserva per un po’ e poi esclama: "Ma lei è già stato nostro ospite!" Effettivamente il suo volto mi è familiare, ma non riesco a ricordare. Consulto il mio cellulare e scopro che, due anni prima, durante il Cammino di San Tommaso, avevo pernottato proprio al Ghiro. Poco a poco i ricordi riaffiorano: è tutto colpa della stanchezza. Tra l'altro, mi ero trovato benissimo, come avevo fatto a dimenticarlo?
Elena, purtroppo, ha un forte dolore ai piedi e nel pomeriggio decide di rinunciare al consueto giro per il paese. Dopo dieci giorni di cammino, tutti cominciamo a sentire il peso dell’impresa.
La sera, ceniamo al Ghiro, dove il gestore ci vizia con cibo delizioso e mille attenzioni. Proprio ciò di cui avevamo bisogno per rimetterci in forma! Un ringraziamento sincero da parte di tutti noi.
Traccia del giorno