Clck per allargare |
05/08/2024 - Percorrenza giornaliera: 21 km - Percorrenza totale: 286 km
Facciamo colazione al castello e partiamo di buon’ora, sapendo che oggi ci aspettano 21 chilometri di cammino e l'ultima vera salita del nostro percorso.
Prima di affrontare la salita, in paese, ci imbattiamo inaspettatamente nei ruderi della Chiesa di Santa Maria di Cartignano. Non sapevamo della sua esistenza, ma rimaniamo colpiti dalla sua bellezza.
La salita inizia subito con una spiacevole sorpresa: lungo un passaggio stretto, ci troviamo di fronte a un grosso cane che sembra deciso a non lasciarci passare. Per fortuna siamo in tre, e dopo qualche momento di tensione, il cane si arrende e ci permette di continuare. Superato l’ostacolo, riprendiamo la salita, che si rivela piuttosto impegnativa. Per fortuna il cielo è coperto e l’aria fresca rende il cammino più piacevole. Il paesaggio circostante è meraviglioso, e nonostante la pendenza, la bellezza del luogo ci dà la forza per andare avanti. Due cervi scappano al nostro passaggio: è uno dei rari incontri con animali selvatici.
Arrivati in cima, ci accolgono splendidi prati, ma soprattutto un’aria così fredda che Silvia ed Elena si coprono immediatamente: una sensazione inaspettata dopo giorni di caldo intenso!
Iniziamo la discesa, cantando e ascoltando musica: sappiamo di aver superato la parte più difficile della giornata e finalmente ci rilassiamo. Passiamo sotto il paese di Collepietro e, raggiunta la Piana di Navelli, lasciamo la strada asfaltata per uno sterrato. Qui incontriamo un vecchio pozzo tratturale, scavato accanto a un bacino d’acqua che lo alimenta. Poco distante sorge la Chiesa di Santa Maria del Campo, una delle numerose chiese tratturali che popolano la piana.
Proseguiamo fino a raggiungere Navelli, dove ci aspetta il tanto desiderato bar. Conosco bene questo luogo, essendo già passato qui durante il Cammino di San Tommaso. Non si accettano discussioni: ci fermiamo e ci rilassiamo. Al bar incontriamo le uniche due camminatrici di tutto il nostro viaggio. Nonostante i numerosi incroci con altri cammini (immancabile quello con la Via della Pace), non avevamo ancora incontrato altri viaggiatori. Forse il caldo ha scoraggiato molti, che hanno preferito rimanere a casa o cercare destinazioni più fresche.
Il paese merita un giro. Anche qui il terremoto ha lasciato grossi danni e la ricostruzione è tutt'ora in atto. Notiamo scritte che riportano al referendum tra monarchia e repubblica.
Dopo una meritata pausa, si riparte. Subito sotto il paese, sulla Piana di Navelli, scorgiamo due chiese tratturali: Santa Maria delle Cerulis e Santa Maria delle Grazie. Purtroppo sono quasi completamente circondata dalle strade. Scoraggiati riflettiamo che non c'è più alcun rispetto per le cose belle.
Restano pochi chilometri per raggiungere la nostra meta per il pranzo: Civitaretenga. Qui ci fermiamo per mangiare le pizze che avevamo comprato. Mentre ci prepariamo, un signore del posto si avvicina e inizia a chiacchierare con noi. Ci racconta con grande orgoglio la storia di quando andò in Perù per adottare sua figlia, guardando con affetto la bambina che gioca intorno a noi.
Dopo pranzo ci rimettiamo in moto, consapevoli che dobbiamo accelerare il passo se vogliamo arrivare a San Pio delle Camere prima di sera. Seguiamo un sentiero che avevo individuato sulla mappa, ma si rivela troppo ingombro di vegetazione, così decidiamo di cambiare rotta e ci dirigiamo verso uno sterrato poco più in basso. Da lì in poi, il percorso diventa più agevole fino all'arrivo presso la Chiesa di Santa Maria dei Cinturelli. Per me, questa è una tappa importante. Santa Maria dei Cinturelli segna il punto di congiunzione tra il Tratturo Magno e il Tratturo Centurelle-Montesecco. Raggiungere questa chiesa significa che il nostro viaggio lungo il Centurelle-Montesecco è giunto al termine e ci immetteremo ora sul Tratturo Magno, diretti verso l’Aquila. Ho visto tante volte Santa Maria dei Cinturelli da lontano e ho sempre desiderato arrivarci. Oggi, finalmente, il sogno si realizza.
Scattiamo le foto di rito e riprendiamo il cammino verso San Pio delle Camere. Appena arrivati in paese, scopriamo che la nostra camera si trova nella parte alta dello stesso, praticamente disabitata a causa del terremoto. Allora, prima di affrontare l’ultima salita, ci fermiamo al bar per rifocillarci: una pausa è d'obbligo dopo una giornata così intensa.