
Non avevo intenzione di scrivere un diario per il cammino di quest’anno: il giro era stato pensato solo per motivi tecnici. Dovevo testare due tappe alternative da Serracapriola a Montecilfone per evitare il guado del Biferno e, una volta arrivato al mare, provare a tornare verso Serracapriola lungo il Tratturo Magno. Insomma, mi aspettavo tanto asfalto e solo piccoli paesi rurali: niente di speciale da raccontare.
E invece, come spesso accade, la magia del cammino ha ribaltato le mie aspettative. Se dal punto di vista paesaggistico il viaggio non offriva molto, si è rivelato invece una fonte continua di incontri e sorprese. Alla fine mi sono trovato quasi “costretto” a mettere per iscritto ciò che è successo.
Il percorso era stato concepito così: primo giorno lungo il Tratturello Ururi–Serracapriola, secondo giorno sul Tratturo Sant’Andrea–Biferno per raggiungere Montecilfone. In questo modo è stato possibile evitare di guadare il fiume Biferno nel tratto tra Serracapriola e Montecilfone. Il terzo giorno, una tappa di trasferimento verso la Marina di San Salvo, che ricalca in gran parte il tragitto del 2024 e che quindi non descriverò di nuovo.
Il rientro da Marina di San Salvo a Serracapriola era previsto in quattro giorni, pensato come un “assaggio” del Tratturo Magno. Mi aspettavo solo tanto asfalto e invece, in diversi punti, il cammino si è rivelato sorprendentemente piacevole. A questo punto, credo proprio che in futuro, a dispetto di quanto affermato varie volte nel sito, dovrò affrontare le tappe mancanti del Tratturo Magno.
Credevo di affrontare un percorso monotono e invece, passo dopo passo, mi sono trovato dentro a situazioni che non avrei mai previsto. Ma non voglio anticipare troppo: lascio che siano le pagine che seguono a raccontarvi la magia dell’imprevisto.