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27 Agosto 2022 - Anche oggi mattinata fresca. Mentre scendo verso il tratturo attraverso una carrareccia in parte coperta dalla vegetazione faccio il punto della giornata. La tappa è più lunga del solito e con dei buoni dislivelli da superare. Di conseguenza arriverò più tardi del solito, con il rischio di prendermi l'acquazzone che è previsto a metà del pomeriggio. Decisamente non devo "divagare" ma devo attenermi ai piani. So che ad attendermi c'è una zona potenzialmente in frana che penso di aggirare: se la frana fosse invalicabile dovrei tornare indietro e la deviazione aggiungerebbe 3 chilometri alla tappa, "garantendomi" così un arrivo sotto la pioggia.
Ricongiuntomi al tratturo comincia la salita. Il percorso è decisamente gradevole e il paesaggio mattutino mi "costringe" a scattare foto.
In breve giungo a Ripabottoni. Non entro in paese per non perdere tempo, ma la curiosità di farmi un giro è forte. Passo di fianco a un piccolo villaggio di casette in legno evidentemente costruite dopo il terremoto del 2002. Fortunatamente sono disabitate, segno che qui l'emergenza è terminata.
Riprendo la salita, questa volta più ripida. Il cammino non è agevole per via dell'erba alta, ma si passa. Il tratturo vero e proprio non è percorribile per cui, come altre volte, mi mantengo sul bordo di un campo che lo costeggia. Terminato il campo, la salita continua attraverso una carrareccia, ancora una volta invasa dall'erba, che termina sulla SP71.
E' il momento di prendere una decisione. Davanti a me il tratturo prosegue su una comoda sterrata in discesa che, però, mi porterà sulla presunta frana. Dal punto in cui mi trovo la zona in frana non è visibile e la sterrata è proprio in buone condizioni: possibile che non si possa passare? Faccio qualche timido passo in avanti, ma poi, in un momento di lucidità, ripenso ai 3 chilometri in più che mi aspettano se qualcosa va storto. Torno indietro e inforco la SP71 in leggera salita. Mentre avanzo e continuo a chiedermi se ho fatto la scelta giusta, giungo in un punto in cui la strada mostra evidenti segni di smottamento riparati da poco: sono sulla frana. Mi sporgo per vedere cosa ne è del tratturo, ma anche da qui non si vede nulla. Pazienza, resterò con il dubbio.
La SP71 dopo circa 2 km si ricongiunge al tracciato del tratturo. Mi volto per cercare di capire in che stato si trova e, nel punto in cui sarebbe dovuta uscire la carrareccia, c'è solo vegetazione rigogliosa. A quanto pare la frana ha veramente interrotto il percorso. Mi do una pacca sulla schiena prima di proseguire senza rimpianti.
Comincia una lunga discesa verso il torrente Cigno su uno sterrato in buone condizioni al termine del quale si incrocia la fine del tratturello Cortile - Centocelle che parte dalla Taverna del Cortile (lungo il tratturo Castel di Sangro - Lucera): prima o poi mi toccherà fare anche quello!
Il tratturo prosegue in discesa e ben visibile. Credo che sia la prima volta che percorro un tratto in cui gli originali 111 m di larghezza sono pienamente distinguibili. In realtà sono diventati in gran parte proprietà privata (solo una 20 di metri sono ancora demaniali), ma la suggestione è ugualmente tanta.
La discesa si fa sempre più ripida. I terreni a fianco nella carrareccia non sono più coltivabili cosicché i 111 metri del tratturo sono intatti: che spettacolo! Altrettanto bello è il tratto sulla collina di fronte, che si staglia nettamente rispetto ai campi coltivati ai lati.
Il torrente Cigno è in secca, per cui attraversarlo non è un problema. La salita che segue è piuttosto ripida, cosicché l'assenza di alberi e di nuvole mi costringe a fare un paio di soste: ma non doveva piovere? Approfitto delle pause per voltarmi indietro ad ammirare la discesa che ho appena percorso. Magari il tratturo fosse sempre così ben conservato!
La salita si fa sempre più lieve. Nei pressi di Bonefro passo nuovamente di fianco a un villaggio di casette in legno: anche queste non mi sembrano abitate.
Finalmente si scollina. Mancano ancora 6 chilometri alla meta e da questo momento mi aspettano tutta una serie di continui saliscendi. Fortunatamente cominciano a comparire le prime nuvole che alleggeriscono la fatica del cammino.
Sono le 14.00 quando lascio il tratturo per entrare a Santa Croce di Magliano. All'ingresso della cittadina mi aspetta una comoda pista ciclabile e... uno scroscio di pioggia! Non è niente di che, quest'anno non ne vuole proprio sapere di piovere. Non mi copro neanche e proseguo verso il B&B dove vengo calorosamente accolto da Pasquale. Il frigo ben pieno di frutta viene assaltato per rimettersi in forze.
Dopo il solito riposino faccio un breve giro del paese. La mia è più che altro una caccia al posto dove mangiare alla sera. Saputo che sto cercando dove mangiare e per non lasciarmi da solo, Pasquale si offre di portarmi in un ristorante di pesce a Termoli: una cortesia non da poco, visto che è un bel viaggio in macchina. Con mio grande dispiacere devo declinare l'invito: sto morendo dal sonno e la mattina dopo mi aspetta un'altra alzata alle 4:30. Mi premio comunque andando a mangiare del pesce in un ristorante locale: ovviamente un piatto di pasta, non vorrei mai perdere l'abitudine ai carboidrati!