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13 Agosto 2018 - Anche oggi sono fortunato: uno dei figli dei gestori dell'agriturismo è già in piedi per prepararmi la colazione. Si parte nuovamente a pancia piena!
E' un'estate molto particolare, in cui ai giorni di sole se ne alternano altri di pioggia. Di conseguenza, i torrenti che in questo periodo sono normalmente asciutti, viaggiano carichi di acqua. Il cammino si apre con un piccolo guado: via le scarpe e si attraversa! Temo che non sarà l'unico, perché mi è giunta voce che la passerella pedonale sul Fiume Tammaro non è più transitabile. La voce si rivela fondata e la carrareccia si blocca improvvisamente di fronte ad un muro di piante e arbusti. Non mi do per vinto e mi faccio largo tra la vegetazione per cercare un punto di attraversamento. Dopo mille sforzi mi affaccio su uno specchio d'acqua piuttosto profondo e vedo la passerella dall'altra parte: è ancora in piedi, ma irraggiungibile. Il Fiume Tammaro ha evidentemente rotto gli argini e si è aperto la strada nel punto in cui c'era la rampa di accesso. Inutile provare a guadare, perché dall'altra parte del bacino non si vedono passaggi tra la vegetazione. Torno indietro preparandomi ad affrontare una lunga deviazione, ma prima di desistere faccio un ultimo, disperato tentativo affacciandomi su un campo a lato del tratturo: i contadini hanno aperto un guado per i mezzi agricoli, per cui riesco ad attraversare il torrente senza neanche bagnarmi i piedi!
Riprendo il cammino risalendo il fianco di una collina, pensando sconsolato ai soldi che sono stati spesi per realizzare la passerella per poi lasciarla abbandonata all'incuria. Visto che è ancora in piedi basterebbe ripristinare la rampa di accesso per renderla nuovamente fruibile...
Accompagnato da tali pensieri arrivo in cima alla salita, al termine della quale si apre un vasto altopiano. Il tratturo è molto visibile, la carrareccia che lo percorre è ben tenuta. Dopo aver passato una croce, posta probabilmente nel punto di scollinamento, incontro un primo cippo tratturale. L'anno precedente avevo fatto tanta fatica per vederne uno e adesso lo incontro nel bel mezzo del percorso, in bella vista. E non è l'unico. Poco dopo ne incontro un altro, e poi un altro... sembra che in questa zona si siano dati da fare per preservare le vestigia del tratturo.
Ad un certo punto il tratturo devia in modo evidente verso sinistra, per girare attorno a Santa Croce del Sannio. Il fondo continua ad essere in buone condizioni e, anzi, arrivati in una zona dove sono presenti delle pale eoliche si vede che qualcuno ha aperto la strada tra le stoppie dei campi, mettendo esplicitamente in evidenza i cippi tratturali che, tra le altre cose, sono bellissimi. Si tratta di cippi posti al confine con i terreni di diverse casate e, pertanto, sono instoriati con i rispettivi stemmi.
Il lavoro di pulizia del tratturo è veramente ben fatto: non sembra destinato ai mezzi agricoli, quanto piuttosto ai viandanti che, come me, vogliono ripercorrere i vecchi sentieri pastorali. Siamo nell'alta Val Tammaro dove è presente una comunità che ha particolarmente a cuore il tratturo. A riprova di ciò si incontrano continuamente cartelli esplicativi.
Giunti in vista di Circello il tratturo sparisce sotto l'asfalto. E' un peccato, ma almeno la strada non è trafficata. Salendo verso il paese ho un incontro spiacevole: un cane pastore abruzzese si mette in mezzo alla strada e mi blocca il passo ringhiando. La strada è larga per cui cerco di aggirarlo passandogli alla larga e stando anche alla larga da quella che ritengo essere l'abitazione del suo proprietario. Niente da fare, si sposta anche lui per impedirmi il passaggio. Non so cosa fare quando mi accorgo che, fortunatamente, la traccia GPS che sto seguendo lascia la strada per infilarsi in una carrareccia: problema risolto. Alle mie spalle sento il cane che ancora ringhia, ma non accenna a seguirmi. Mi volto e vedo, da una finestra della casa sullo sfondo, quello che immagino sia il padrone dell'animale: non accenna minimamente a richiamarlo. Non sarà l'unica volta. Come l'anno scorso, sono entrato in una zona in cui i cani vengano lasciati liberi di scorazzare al di fuori delle proprietà, senza alcun controllo.
Mentre affronto la salita finale verso il paese, mi passa di fianco una macchina. Il guidatore, vedendomi affannato sotto il sole, mi prende in giro. Giunto al termine della salita trovo la stessa macchina ferma e con il cofano aperto. Il guidatore, che sta provando a rimetterla in moto senza successo, mi guarda sconsolato:
- Forse fa bene lei ad andare a piedi...
Traccia del giorno