Clck per allargare |
04/08/2024 - Percorrenza giornaliera: 11 km - Percorrenza totale: 265 km
È domenica, e la tappa di oggi è breve. Così, decidiamo di alzarci alle 5 e prendercela con calma.
Dopo una rapida colazione, ci mettiamo in cammino. La giornata inizia con il passaggio davanti all’Abbazia di San Clemente a Casauria, che, dato l'orario, è chiusa. Per seguire il percorso tratturale dovremmo a questo punto andare verso Castiglione a Casauria, ma, per evitare un po' di strada asfaltata, scegliamo di seguire il rilievo che corre parallelo al tratturo, sapendo che i due percorsi si ricongiungeranno dopo alcuni chilometri.
Inizialmente percorriamo una comoda stradina pianeggiante che costeggia l'autostrada e la ferrovia, finché arriva il momento di affrontare la salita. Il percorso segue un sentiero... un bel sentiero, sì, ma decisamente ripido! Ci armiamo di pazienza e saliamo lentamente. Il sentiero è poco battuto e la vegetazione ci rallenta, ma nulla di paragonabile a quello che abbiamo affrontato in altre tappe.
Alla fine della prima salita, raggiungiamo una casa con una bella fonte sotto. Un signore si affaccia per curiosare chi siano questi viaggiatori. Come di consueto, raccontiamo un po' della nostra avventura e chiediamo informazioni sulle "botti di carico", di cui Mariano ci aveva parlato il giorno prima. Non sappiamo esattamente di cosa si tratti: io, personalmente, immaginavo fossero botti per il vino! Ci spiega invece che sono antiche torri piezometriche sulla cima della collina e ci avverte che c'è ancora parecchia strada da fare.
Riprendiamo il cammino, seguendo le indicazioni di Mariano, che nel frattempo ci ha inviato i waypoint GPS per localizzare le botti.
Ci eravamo illusi che le salite fossero finite, ma eravamo solo all'inizio. Proseguiamo per un tratto su strada, poi su sterrato, finché ci troviamo di fronte una salita impressionante, che punta dritta verso la cima della collina! Guardo il GPS, sperando in un’alternativa, ma lui, implacabile, indica proprio quella direzione.
Cominciamo a salire, con il sole che nel frattempo si è fatto rovente. Dopo molta fatica, finalmente arriviamo in cima. È il momento di una piccola deviazione per vedere queste famose "botti di carico". Mi aspettavo semplici cisterne in cemento e mi ero preparato alla delusione. Invece, ci troviamo davanti a delle antiche strutture in pietra davvero particolari, che pare le amministrazioni locali vogliano restaurare e riutilizzare. Sarebbe davvero un'ottima idea!
Riprendiamo a salire, ma questa volta la pendenza è più leggera rispetto a prima. In lontananza, verso quello che sembra il punto in cui dovremo scollinare, vediamo una struttura che assomiglia a un Nuraghe sardo. Mentre ci avviciniamo, scopriamo che è una semplice roccia dalla forma particolare. Ma l'illusione era stata convincente!
Attraversiamo dei bellissimi prati e iniziamo la discesa lungo una stradina in cemento, molto ripida. Neanche a dirlo siamo accompagnati dalle indicazioni del Cammino della pace". Di fronte a noi la catena del Monte Velino accompagna il nostro incedere. Come è diverso il paesaggio rispetto a quello di qualche giorno fa. Non più pianure arse dal sole, ma piacevoli rilievi a perdita d'occhio: sembrano due cammini differenti.
La discesa è lunga 2 chilometri e il brecciolino rende il percorso insidioso: la paura di scivolare è sempre presente. Perdiamo rapidamente tutta la quota guadagnata e mettiamo a dura prova le nostre ginocchia, ma alla fine raggiungiamo la parte alta di Bussi sul Tirino. Lì si trova la nostra sistemazione: per la seconda volta, le mie compagne alloggeranno in un castello, restaurato dopo il terremoto dell’Aquila.
Il castello si trova nella parte alta del paese, in parte restaurata ma quasi disabitata e priva di locali. E il nostro tanto agognato bar? Dopo esserci lavati, scendiamo in paese alla ricerca di un posto dove mangiare. Dobbiamo fare un altro chilometro... non proprio una giornata leggera come pensavamo!
Il primo bar vende solo arrosticini, che non incontrano il gusto delle mie compagne. Il secondo offre solo panini, ma la fame si fa sentire e ci accontentiamo.
Per evitare di dover tornare in paese la sera, Silvia propone di fare la spesa e si offre di pensarci lei, dopo una meritata pausa in piscina. Ma, come spesso accade, le cose non vanno come previsto: appena arriva in piscina, inizia a piovere, così decide di andare subito a fare la spesa... ma è domenica, e il supermercato è chiuso. La vediamo tornare al castello un po’ affranta. Pazienza, la sera scendiamo di nuovo per mangiarci una pizza. Dopo tutto questo, abbiamo imparato la lezione: mai più dire che la tappa sarà facile!
Traccia del giorno